Cri8ive abbandona X
A partire da Novembre 2024, Cri8ive non è più presente su X, la piattaforma di microblogging nata col nome di Twitter. Il motivo di questa scelta è la nuova politica di X in materia di contenuti e training dell'Intelligenza Artificiale.
Perché ho scelto di lasciare X?
Nell'ultimo aggiornamento dei Termini di Servizio, infatti, si legge:
In pratica X si riserva la facoltà di riprodurre, elaborare e modificare i contenuti degli utenti, utilizzandoli fra l'altro per l'allenamento dell'Intelligenza Artificiale generativa. L'utente non ha nessuna opzione di opt-out e non può opporsi, salvo lasciare la piattaforma e rimuovere tutti i contenuti caricati prima dell'entrata in vigore del regolamento il 15 Novembre 2024.
Per maggiori dettagli vi rimando all’articolo molto interessante sul blog di Franz Russo, che analizza nel dettaglio la questione in tutti i suoi aspetti piú spinosi.
Dal momento che X non prevede nessuna opzione per negare il consenso alla sua privacy policy, l'unica alternativa era chiudere il profilo, come già fatto in precedenza con Deviantart (dove sono presenti solo alcuni vecchi artwork che trovate anche sui profili ufficiali Cri8ive Art).
Perché Cri8ive è contro l'Intelligenza Artificiale?
Come già segnalato in homepage, Cri8ive non utilizza alcun tipo di INtelligenza Artificiale. Inoltre, sul sito non si accettano lavorazioni di materiale generato (in parte o totalmente) tramite IA.
Il problema di fondo è che attualmente l'IA,
e soprattutto l'IA generativa, non rispetta l'etica dei creativi. Nella fase di training, l'Intelligenza Artificiale si serve di
materiale reperito online, come immagini e testi, che acquisisce e modifica per rispecchiare i prompt degli utenti. Questo materiale
però non è privo di diritti, e viene quindi modificato, alterato e riproposto senza il consenso degli autori.
Il danno inferto dall'IA è triplice. Da una parte, utilizza del materiale protetto da copyright senza però riconoscerne la paternità, e lo modifica in modo arbitrario contro il volere del creator. Dall'altra, non retribuisce al creator nessuna fee o royalty per l'utilizzo del materiale alterato, il che si traduce in un danno economico. A cui si aggiunge la "concorrenza"; sempre più persone si rivolgono all'Intelligenza Artificiale per ottenere risultati mediocri e raffazzonati ma completamente gratuiti, sottraendo quindi opportunità di lavoro a illustratori, grafici, artisti e copywriter.
Ovviamente il nocciolo della questione non sta nell'Intelligenza Artificiale fine a sé stessa ma nell'uso spregiudicato che ne fanno gli sviluppatori. Finchè l'IA sarà proposta come al grande pubblico come l'alternativa gratuita al lavoro dei professionisti, pur sfruttandone il materiale in modo illegale, non sarà possibile utilizzare questo strumento in un modo veramente etico e rispettoso.
Un'alternativa potrebbe essere limitare il training dell'IA ai soli contenuti di pubblico dominio, o in alternativa predisporre una serie di parametri che tengano in debito conto le eventuali licenze commerciali (come CreativeCommons). E' questa la differenza sostanziale fra le immagini generate da IA e le raccolte di material "stock" offerte da software e piattaforme. Nel secondo caso, infatti, i contenuti sono ceduti con licenza specifica allo sviluppatore; il creatore viene retribuito e può scegliere se rinunciare completamente ai diritti sul suo materiale. In caso contrario, la proprietà intellettuale viene riconosciuta nei credits e nelle note di copyright.
Per chi volesse approfondire ulteriormente l'argomento:
- Video di SamDoesArt (in inglese)
- Traduzione di un'infografica di Maine Woods Editing
- Regolamento dell'AI Act sul sito del Parlamento Europeo
- Articolo de Il Sole 24 Ore
- Articolo su AgendaDigitale.eu